Comitato Regionale

Emilia-Romagna

In mare senza recinti e barriere

Storia e progetti del Coordinamento Attività subacquee della Uisp Emilia-Romagna.

Un'immersione con la Uispdi Gabriele Tagliati

(da Area Uisp n. 13)


Il desiderio di spingersi oltre, caratterizza da sempre gli appassionati degli sport a contatto con la natura e la molla spesso è l'inarrestabile impulso ad esplorare terreni non facili e soprattutto percorsi non battuti. La subacquea rientra sicuramente tra le discipline capaci di coniugare la voglia di avventura con la voglia di stupirsi, meravigliarsi e conoscere.

A tutto ciò si lega poi anche la capacità di evolvere e di stravolgersi rispetto alle modalità di pratica. Solo venti anni fa la subacquea veniva ancora considerata come una virile attività per domare il mare. E sicuramente non era per tutti "sfidare", con sprezzo del pericolo, le insidie degli abissi. Ma il concetto che tutto quello che non si comprende e che non si conosce è ostile e quindi o va evitato o va sfidato sicuramente non appartiene alla nostra organizzazione. Come subacquei della Uisp, da sempre, l'obiettivo principale è stata per noi la promozione di questa disciplina, con la massima attenzione e rispetto per le persone e per la natura, cercando di equilibrare il rapporto tra desiderio di mettersi in gioco, voglia di conoscere, piacere di aggregazione e divertimento consapevole. Questa spinta ha fatto sì che negli anni andasse prendendo forma un progetto di subacquea non come fine ma come mezzo per parlare con la gente, non tralasciando gli aspetti tecnici ma privilegiando gli aspetti aggregativi e sociali.

Lo spazio di mare della costa emiliano-romagnola non ha vocazione di subacquea ricreativa ma racchiude in sé alcune peculiarità che solo con la conoscenza e la passione possono venire allo scoperto. È in questo percorso che si può arrivare al riconoscimento del mare non come semplice "sala giochi" ma come luogo straordinario di lavoro, di sofferenza, di divertimento e di storia.

Il Coordinamento regionale Attività subacquee ha promosso negli ultimi anni una serie di importanti manifestazioni, proprio nella direzione di una promozione culturale prima che sportiva e ricreativa, anche grazie alla  valorizzazione di alcune specificità dei vari circoli subacquei che lo rappresentano. Il coinvolgimento dei bambini in questa attività ha avuto un grande sviluppo proprio perché, fin da subito, non si è puntato alla creazione di piccoli subacquei, fotocopie ridotte del subacqueo adulto, ma allo sviluppo del gioco in acqua che ha permesso di parlare di concetti come rispetto di se stessi, della natura, del nuovo, così come del rapporto con gli altri e della voglia di conoscere.

L'attività con i ragazzini ha avvicinato non tanto alla disciplina sportiva quanto alla cultura di mare e per questo si è deciso nel 2010 di sviluppare un progetto di campus estivo di una settimana, in cui i ragazzi dai 9 ai 14 anni provenienti anche da altre regioni hanno convissuto, discusso e giocato con il mare. Le varie uscite didattiche sono state al museo della marineria di Cesenatico, per conoscere la storia dell'andar per mare sulle nostre coste, oppure a bordo dei pescherecci per capire le fatiche e le soddisfazioni di un lavoro importante per arrivare poi più al largo, dove le tante piattaforme di estrazione dei gas naturali rappresentano un' altra faccia di quello che è la ricchezza del mare. Finalmente poi in immersione, con le tante fotografie scattate per ammirare e conoscere la parte nascosta del mare: sono stati tutti momenti in cui il protagonista non era la subacquea, ma il ragazzo e il gruppo. Anche per il 2011 è in programma il campus a giugno: si parlerà di territorio, in collaborazione con i canoisti e i velisti Uisp, per provare a conoscere le peculiarità del delta, dove l'eterna rivalità tra terra e mare crea ambienti, paesaggi e habitat molto particolari.

Nella promozione sportiva si è cercato di ritrovare il piacere del rapporto tra uomo e mare restando, quindi, lontani dalle logiche del record e della performance a scapito dell'individuo. Si è affrontata anche la questione dell'apnea: il meeting nazionale di Ravenna "Taravana", giunto al terzo anno, è stato finora capace di trasformare un'attività da lupi solitari in motivo di aggregazione e rappresenta già un modello per altre regioni come Toscana e Sicilia che hanno espresso la volontà di seguire questo nostro percorso. La collaborazione con il pluricampione mondiale di apnea Gianluca Genoni garantisce a tutti i partecipanti la massima cura dei dettagli tecnici che, in ogni caso, per un'attività così particolare non vanno mai trascurati. Questa collaborazione si è trasformata anche in momento di formazione per gli istruttori e i commissari nazionali che hanno potuto approfondire le questioni legate anche agli aspetti fisiologici in un incontro alla camera iperbarica di Ravenna.

Altro momento formativo su cui il Coordinamento ha voluto puntare l'attenzione è stato lo stage nazionale di S. Giovanni in Persiceto, con il patrocinio dell'Istituto italiano di archeologia ed etnologia navale e dell'Università di Bologna, sulle tecniche e sulle metodologie di studio nell'archeologia subacquea, particolarmente interessante perché riferito alle nostre zone di costa e di acque interne. Per il 2011 è inoltre in programma un incontro alla camera iperbarica di Ravenna che riguarderà la questione del diabete e della subacquea. La vocazione all'associazionismo sportivo, coniugato alla passione per la nostra attività, ha fatto sì che ci si interrogasse sulle potenzialità di una sua funzione sociale e nel 2009 a Ravenna è nato il "Progetto Nemo", per mettere assieme un gruppo di 12 ragazzi normodotati e 4 ragazzi con disabilità psichiche a parlare di mare e subacquea.

Un contesto in cui tutti i ragazzi hanno potuto affrontare i propri percorsi, all'interno di un perimetro comune ma con le modalità più congeniali ad ognuno. Il non aver voluto creare un prodotto ad hoc per il mondo delle diverse abilità ma l'aver puntato appunto sull'integrazione con i programmi già adottati e con i ragazzi ha rappresentato il carattere vincente del progetto. La subacquea infatti non ha un carattere competitivo se non con se stessi e avere trasmesso l'importanza dell'affrontare le prove assieme e non in contrapposizione va ben oltre le nozioni tecniche. Il progetto, seguito anche dal forum di neuropsichiatria infantile della Usl di Ravenna, si è rivelato molto valido e, seppur fin da subito non lo si fosse voluto intendere come "terapia", sono stati registrati risultati molto positivi tra i ragazzi diversamente abili coinvolti. È quindi un progetto che va avanti e che vuole diventare uno strumento permanente di integrazione.

Da questo progetto pilota la Lega nazionale Attività Subacquee ha poi sviluppato un percorso formativo per dodici operatori in tutta Italia, con le competenze necessarie per parlare di subacquea nelle fasce più "sensibili" dei bambini, degli anziani e dei disabili fisici, psichici e sensoriali. Il percorso di "Sub normali... o Divers-abili?" ha interessato cinque regioni (Puglia, Toscana, Liguria, Trentino ed Emilia-Romagna) e tre operatori della nostra regione hanno concluso positivamente questa fase di specializzazione.

Partendo da queste nuove figure e dal nostro concetto di sport per tutti e con tutti, a breve partirà un nuovo progetto in collaborazione con l'istituto F. Cavazza di Bologna per avviare un percorso con ragazzi non vedenti e ipovedenti, sempre all'interno di contesti di subacquea già esistenti. Sarà forse perché amiamo il mare, che non ha soluzioni di continuità, ma per noi, sportpertutti non significa garantire tanti recinti per ogni abilità ma piuttosto impegnarsi a vivere lo spazio comune con l'attenzione e il rispetto per tutti.

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